Epidemia di depressione in Occidente
L’Organizzazione Mondiale della Sanità situa la depressione al 4° posto tra le condizioni mediche che necessitano cure e prevede che nel 2020 la diffusione dei sintomi depressivi e della patologia depressiva salirà al 1° posto. Questi dati sono senza alcun dubbio inquietanti e dovrebbero farci riflettere sull’importanza di un intervento psicoterapeutico e psicologico precoce.
Diagnosi e Depressione : come riconoscerla?
È innanzitutto necessario fare una buona diagnosi, ovvero distinguere la depressione patologica da malesseri collegati a eventi difficili della vita, come ad esempio un grave lutto, una malattia, una separazione, un licenziamento: differenziare quindi la fisiologica tristezza da un disturbo depressivo che comporta una reazione prolungata ed esagerata rispetto a determinate circostanze.
La depressione comprende situazioni molto differenti fra loro, ma associate da un comune denominatore: l’umore depresso. È partire da quest’ultimo e attraverso un’analisi dei sintomi, della loro intensità e gravità che è possibile valutarne il grado più o meno patologico.
L’orientamento dell’umore condiziona:
• la percezione di sé, caratterizzata da scarsa autostima, percezioni di incapacità e inadeguatezza;
• la percezione dell’ ambiente, in cui il mondo circostante risulta avverso;
• la dimensione corporea e somatica, caratterizzata da disturbi fisici che coinvolgono diversi apparati come quello circolatorio, respiratorio, gastrointestinale…
In sintesi lo stato fisico, malattie, fattori ormonali, così come eventi, ricordi e fantasie interagiscono tra loro e con lo stato dell’umore. Quest’ultimo può essere considerato un modo di sentire e percepire il mondo che è a sua volta influenzato da un’infinità di elementi interni ed esterni, psichici e fisici.
Sintomi depressivi
La depressione è caratterizzata dalla presenza di una serie di sintomi che compromettono la sfera relazionale, sociale e lavorativa variando per intensità e presenza:
• Umore depresso caratterizzato da tristezza e melanconia
• Diminuzione o perdita di interesse o piacere (anedonia o apatia).
• Agitazione o rallentamento psicomotorio.
• Mancanza di energia (astenia).
• Disturbi d’ansia ( attacchi di panico, preoccupazioni eccessive e persistenti).
• Insonnia o ipersonnia.
• Perdita/aumento di peso o aumento di peso, o diminuzione/aumento dell’appetito (iperfagia).
• Disturbi psicosomatici (gastriti, mal di testa, tensioni muscolari…).
• Difficoltà a concentrarsi, prendere iniziative, decisioni, agire (rallentamento ideativo, inerzia, svogliatezza o abulia)
• Tendenza alla sedentarietà, all’isolamento sociale, scarsa cura di sé, diminuzione dei rapporti sociali
• Sentimenti di impotenza, rassegnazione, bassa autostima delusione, pessimismo sul futuro e negativismo sul presente, senso di vuoto, crisi di pianto,
• Nei casi più gravi sono presenti pensieri di morte con ideazione suicidaria.
Come si cura la Depressione?
È importante intervenire tempestivamente, prima che i sintomi si cronicizzino. Una volta riconosciuta la presenza permanente di un umore depresso è auspicabile rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta. In base alla gravità e alla durata dei sintomi è possibile associare un’eventuale terapia farmacologica.
Approccio Gestaltico alla Depressione
La depressione è una sofferenza psichica da sempre presente nella condizione umana in cui l’individuo appare ancorato ad una dimensione di scarsa volontà e di ritiro dal mondo esterno. Ad un’osservazione fenomenologica il paziente parla con un tono di voce poco espressivo, i movimenti sono rallentati, la mimica facciale è ridotta. Ogni cosa appare senza senso, senza forma e valore.
Secondo l’approccio Gestaltico la psicopatologia ha uno sfondo relazionale, ed è proprio nel campo delle relazioni che cerca il senso del malessere che si attualizza nella situazione presente.
Lo sfondo interpersonale emerge dalla storia del paziente e si presenta nella relazione terapeutica, dove viene data la possibilità di sperimentarsi in modo nuovo, sciogliendo i nodi presenti. La psicoterapia della Gestalt concepisce la depressione come un processo che ha inizio quando si sperimenta una “perdita” (un lutto, una separazione, la fine di una storia, un licenziamento…). L’esperienza fisiologica di tristezza dovrebbe terminare nel momento in cui la persona è in grado di elaborare la perdita e di assimilarla, in modo che non sia più in primo piano, ma che receda sullo sfondo. Se ciò non accade, l’esperienza di perdita rimane in figura e la patologia depressiva prende man mano più spazio.
Attraverso lo sguardo gestaltico e relazionale notiamo come sia implicata l’esperienza del desiderare. Già lo psicoanalista francese Jaques Lacan parlava di “desiderio del desiderio dell’altro”. Il desiderio si configura come parte intrinseca della natura umana che regola le relazioni interpersonali e il movimento verso “l’altro”. Nelle esperienze depressive vi è un “crollo-abbandono del desiderio” in cui la persona non è più sensibile all’amore e all’interesse per l’altro. Assistiamo così alla perdita del desiderio ma anche alla perdita della speranza e della progettualità futura: tutto rimane immobile, inerme e senza tempo.
Un altro aspetto implicato nell’esperienza depressiva è quello della corporeità poiché è proprio il corpo che ci connette all’ambiente tramite i sensi. Tale esperienza è dominata un’anestesia sensoriale e un ritiro dal mondo in cui si rimane nell’indifferenziato, non emerge alcun desiderio e non ci si sente più parte di un mondo condiviso.
Lo sfondo Sociale
Il nucleo depressivo origina da un senso di insufficienza per ciò che si potrebbe fare e non si è in grado di fare o non si riesce a fare secondo le attese altrui, a partire dalle quali ciascuno misura il valore di se stesso.
U.Galimberti
Ritengo che sia doveroso interrogarci da che sfondo e da che terreno emerga il vissuto depressivo. Ampliando lo sguardo al “vivere sociale” appare evidente che i modelli sociali dominanti incitino all’azione, al lavoro, alla velocità e al massimo rendimento che diventa indice del valore dell’individuo. In questo contesto fermarsi e assaporare il gusto della vita e delle piccole cose diventa impossibile. Secondo alcuni studiosi la depressione, prima intesa come un male esistenziale legato alla perdita della gioia di vivere, adesso si configura più come una “patologia dell’azione” intesa come perdita di iniziativa in un contesto dove il “fare e l’agire” costituiscono i valori dominanti.
Bibliografia
Francesetti, G., & Gecele, M. (A cura di). (2011). L’ altro irraggiungibile. La psicoterapia della Gestalt con le esperienze depressive. Milano: Franco Angeli.
Francesetti, G., Gecele , M., & Roubal, J. (A cura di). (2014). La Psicoterapia della Gestalt nella Pratica Clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: Franco Angeli.